PNIEC, Pichetto: verso la riforma generale dei bonus per l’efficienza energetica
Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) prevede l’attuazione di una riforma generale delle detrazioni per la riqualificazione degli edifici, così da superare le attuali frammentazioni e con l'obiettivo di avere un sistema di incentivazione stabile nel tempo. A dirlo il ministro per l’ambiente, Gilberto Pichetto, nel corso dell'audizione di oggi in Commissione ambiente della Camera.
Nell'illustrare la bozza di PNIEC inviata a luglio a Bruxelles, il ministro ha ricordato anche la necessità di “un approccio integrato in un’ottica di sostenibilità” in vari ambiti e sottolineato come la riforma generale delle detrazioni “dovrà avere una durata almeno decennale per rispondere agli sfidanti obiettivi europei previsti per il settore residenziale”, con un focus specifico prevalente sulle unità immobiliari soggette all’obbligo della direttiva ‘Case Green’”. In particolare Pichetto punta a garantire aliquote “distribuite in un massimo di dieci anni e ammettere interventi sia singoli, che di riqualificazione energetica profonda”, garantire costi massimi specifici omnicomprensivi ed “essere affiancata da strumenti finanziari di supporto, quali ad esempio finanziamenti a tasso agevolato”.
Sfruttare la riforma dei bonus edilizi per migliorare l'efficienza idrica degli edifici
Cosa prevede il PNIEC per l’efficienza energetica
L’efficienza energetica è una dimensione fondamentale del PNIEC, contribuendo contemporaneamente alla riduzione dei consumi, delle emissioni, all’incremento della quota rinnovabile nel mix energetico del Paese e all’incremento della sicurezza energetica. In linea con gli obiettivi di riqualificazione del parco immobiliare della direttiva Case green, si è previsto di incrementare il tasso di ristrutturazione degli edifici, prevedendo una significativa penetrazione di tecnologie per l’elettrificazione dei consumi, per l’automazione e controllo e una massiva diffusione degli interventi di isolamento delle superfici disperdenti. Per quanto riguarda, invece, il riscaldamento degli edifici sarà fondamentale sfruttare appieno il potenziale di riduzione dei consumi offerto dalle pompe di calore come sistema principale di riscaldamento da installare sia in corrispondenza di riqualificazioni profonde degli edifici che ad integrazione dei sistemi di distribuzione del calore vigenti.
Per consentire ciò, sarà fondamentale aggiornare le politiche vigenti al fine di incrementarne il rapporto tra beneficio e costo per lo Stato. A tal fine il Piano punta ad una riforma degli incentivi fiscali che identifichi priorità di intervento (quali gli edifici meno performanti e le situazioni di povertà energetica) e differenzi il livello di assistenza in base all’efficacia in termini di miglioramento della prestazione energetica dell’edificio sia in termini di riduzione dei consumi che di incremento dell’utilizzo delle fonti rinnovabili.
Il tutto tenendo a mente che, al fine di contribuire a conseguire l'obiettivo vincolante UE in materia di consumo di energia finale, il livello di consumi dell’Italia dovrebbe ammontare a 92,1 Mtep di energia finale e 112,2 Mtep di energia primaria nel 2030.
Per arrivare a ciò, il PNIEC punta a indirizzare prioritariamente gli interventi di efficienza energetica in ambito civile e trasporti sia per via dell’elevato margine di riduzione di questi settori, sia per le sinergie necessarie per il conseguimento degli altri sfidanti obiettivi in materia di emissioni non ETS e quote rinnovabili da conseguire negli usi termici e trasporti.
Per quel che concerne il settore civile, sarà necessario intervenire in particolare sulla riduzione dei fabbisogni energetici degli edifici attraverso interventi di riqualificazione profonda, e attraverso un incremento della diffusione di sistemi tecnici altamente performanti come le pompe di calore e i sistemi BACS. In tale contesto, l’Italia punta sulla riforma di un set di misure, tra cui le detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica e il recupero del patrimonio edilizio esistente e i Certificati Bianchi.
Per quanto concerne le detrazioni fiscali, ad oggi sono attive diverse misure tra cui: il superbonus, l’ecobonus, il bonus facciate, il bonus casa, il bonus elettrodomestici e il sismabonus. Per loro si prevede l’attuazione di una riforma generale, che affronti con un approccio integrato ed efficiente le opere di riqualificazione degli edifici residenziali esistenti e superi l’attuale frammentazione delle varie detrazioni ad oggi attive. La riforma, pertanto, riguarderà congiuntamente tutti gli aspetti citati, prevedendo diverse aliquote di detrazione, in funzione delle performance generali raggiunte dall’edificio, da ottenere attraverso interventi con vari livelli di priorità. La riforma dovrà avere una durata almeno decennale per rispondere agli sfidanti obiettivi previsti per il settore residenziale. In particolare, essa dovrà:
- essere indirizzata prevalentemente alle unità immobiliari soggette all’obbligo della direttiva Case green (prime case, unità immobiliari con classe energetica bassa, situazioni di povertà energetica ed edilizia residenziale pubblica, etc.);
- garantire aliquote distribuite in un massimo di 10 anni;
- ammettere interventi sia singoli, sia di riqualificazione energetica profonda (combinazione di più interventi);
- garantire i benefici secondo una aliquota ridotta per interventi singoli e, per gli interventi di riqualificazione energetica profonda, poche aliquote crescenti in funzione della performance energetica raggiunta, tenendo anche conto delle performance sismiche per le aree ad alto rischio. Gli interventi energetici saranno “trainanti” rispetto a tutti gli altri interventi, che beneficeranno della medesima aliquota;
- garantire costi massimi specifici omnicomprensivi sia per singoli interventi, sia per interventi di riqualificazione energetica profonda, di semplice verifica e univoci per l’intero territorio nazionale;
- essere affiancata da strumenti finanziari di supporto, ad esempio finanziamenti a tasso agevolato, anche a copertura totale dei costi di investimento, e cessione del credito, con condizioni di favore per le persone in condizioni di povertà energetica. In tale ambito, sono in previsione anche l’individuazione di sinergie con la riforma del Fondo nazionale efficienza energetica.
Ai bonus edilizi riformati si affiancano poi i Certificati Bianchi (CB). Si tratta di un meccanismo che si fonda sull’obbligo imposto ai distributori di energia elettrica e gas con più di 50.000 clienti di conseguire una quantità di risparmio minima su base annuale: in particolare, i soggetti obbligati dimostrano di ottemperare all’obbligo attraverso titoli negoziabili (appunto i CB), che certificano risparmi negli usi finali di energia realizzati da soggetti terzi qualificati. Anche in questo caso è in atto un processo di aggiornamento del meccanismo. In particolare, in ottica di potenziamento del meccanismo, si prevedrà un nuovo sistema di incentivazione dei risparmi, secondo i seguenti criteri:
- aste al ribasso con oggetto il valore economico del TEP risparmiato [€/TEP];
- criterio del pay as bid con valore costante per il periodo di incentivazione specificato nel bando d'asta gestito dal GSE;
- aste su specifiche tecnologie, tipologie progettuali, ambiti di intervento o settori economici;
- valore posto a base d'asta legato all'andamento dei prezzi dei CB, alle specificità della tecnologia o della tipologia progettuale, alle esternalità ambientali positive generate;
- accesso alle aste riservato ai soggetti che sostengono l'investimento in linea con il meccanismo dei CB;
- copertura dei costi del meccanismo a valere sulle tariffe dell'energia elettrica e del gas naturale.
A queste misure se ne affiancano infine molte altre ancora (ad esempio il Conto Termico o il Fondo Kyoto, solo per citarne alcune) per la cui disamina si rinvia al documento del PNIEC.
Consulta il testo della bozza di riforma del PNIEC
Foto di Nattanan Kanchanaprat da Pixabay