Niente clausola di salvaguardia nel 2024. Transizione verso la nuova governance economica
Il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e il commissario all'Economia Paolo Gentiloni hanno presentato gli orientamenti per le politiche di bilancio 2024. Un ponte tra le regole dell'attuale Patto di stabilità e il quadro che emergerà dalla revisione della governance economica dell'Unione in discussione a Bruxelles.
Paesi UE divisi sulla riforma del Patto di Stabilità
La presentazione degli orientamenti per le politiche di bilancio 2024 arriva infatti nel mezzo del confronto sulla riforma della governance economica dell'UE, che la Commissione vorrebbe applicare già dal prossimo anno e che il 14 marzo sarà sul tavolo dell'Ecofin.
In base alla bozza di conclusioni del Consiglio, i 27 chiederanno alla Commissione di presentare una proposta legislativa che chiarisca una serie di punti ancora vaghi negli orientamenti sulla riforma del patto di stabilità pubblicati a novembre. Tra questi, la definizione della traiettoria di bilancio, i requisiti per la classificazione degli Stati membri da collocare nella fascia a basso debito, ma anche la definizione dell'aggregato di spesa che varrà come unico obiettivo annuale di policy e le regole per l'accesso all'allungamento del percorso di bilancio da 4 a 7 anni.
Proposta che, ha spiegato in conferenza stampa il vicepresidente Dombrovskis presentando gli orientamenti per il 2024 insieme al commissario Gentiloni, arriverà dopo il vertice dei leader UE di fine mese, presumibilmente ad aprile. Nel frattempo, i lavori sulla revisione della governance dovrebbero comunque andare avanti, per facilitare il raggiungimento di un accordo entro l'anno.
Stop alla clausola di salvaguardia nel 2024
La prima notizia, ormai del tutto attesa, è che la clausola di salvaguardia generale, introdotta nel 2020 nelle prime settimane della pandemia, verrà disattivata a fine 2023. Una misura giusta, che ha concesso ai governi la flessibilità necessaria per affrontare il periodo del lockdown e le restrizioni per il Covid prima, e l'invasione in Ucraina e la crisi energetica poi, ma che ora deve essere disattivata alla luce del ridimensionamento dei rischi per la crescita, ha spiegato Gentiloni.
Questo comporterà una ripresa delle raccomandazioni specifiche per paese sulla politica di bilancio, ma non un ritorno al quadro precedente, ha precisato il commissario.
Gli orientamenti rivolti agli Stati membri per la conduzione e il coordinamento della politica di bilancio nel 2024 contengono già alcuni elementi della comunicazione sulla governance presentata dalla Commissione a novembre e rappresentano un delicato equilibrismo tra vecchio e nuovo in questo perodo di transizione.
La Commissione proporrà quindi delle raccomandazioni specifiche per paese sulla politica di bilancio per il 2024 differenziate e basate sia su requisiti quantitativi, che riflettono la situazione di ciascuno stato membro in particolare in relazione alla spesa primaria netta, che su orientamenti qualitativi sulle misure in materia di investimenti ed energia. Non saranno aperte procedure per deficit eccessivo, visto il clima di incertezza, che potranno essere proposte al Consiglio nella primavera 2024 sulla base dei dati 2023.
Politiche di bilancio 2024, combinare prudenza e sostegno alla crescita
Fatta questa rassicurazione, con la guida la Commissione raccomanda ai 27 di definire politiche di bilancio per l'anno prossimo che combinino prudenza e sostegno agli investimenti.
Gli Stati membri, ha sottolineato Dombrovskis, sono invitati a presentare dei Programmi di stabilità e convergenza, entro la scadenza di fine aprile, che ottemperino gli obiettivi di bilancio - rapporto deficit/Pil al di sotto del valore di riferimento del 3% e riduzione progressiva del livello di debito -, mantengano livelli prudenti per il medio termine e prevedano riforme e investimenti capaci di contribuire sia alla crescita che alla sostenibilità di bilancio.
Gli aggiustamenti al bilancio, ha infatti ricordato Gentiloni, non dovrebbero essere ottenuti tagliando gli investimenti pubblici, ma limitando i livelli di spesa, compresa quella per le misure a sostegno di imprese e famiglie alle prese con il caro energia. Misure che nel 2022 hanno impattato in media per l'1,2% del Pil a livello UE e che ora, con la minore pressione sui prezzi dell'energia, devono essere gradualmente eliminate, per spostare risorse sugli investimenti per la transizione green.
Gli orientamenti presentati oggi potranno essere aggiornati in base al pacchetto di primavera del semestre europeo di maggio 2023 per riflettere la situazione economica globale, quella dei singoli paesi e l'avanzamento dei lavori sulla revisione della governance economica che questo mese vede nell'Ecofin del 14 e nel Consiglio europeo del 23 e 24 due possibili momenti di svolta.
Per approfondire: Riforma Patto Stabilità: Roma chiede flessibilità e sostegno agli investimenti
Consulta la Comunicazione sugli orientamenti di politica di bilancio per il 2024