Piano Juncker - ok all'accordo su EFSI, si parte entro l'estate
Il piano Juncker si mette in moto. E’ stato ufficialmente raggiunto a Bruxelles l’accordo sull’attivazione del Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi). Si partirà entro l’estate.
Sarà guidato da due Comitati indipendenti, avrà una durata di tre anni (rinnovabili) e disponibilità per 21 miliardi di euro in garanzie. Il trilogo formato da Commissione, Parlamento e Consiglio dell'Unione ha raggiunto nella notte un accordo sul funzionamento dell’Efsi, il fondo per gli investimenti al centro del nuovo programma lanciato dall’Esecutivo comunitario. Il nuovo plafond è, così, pronto a partire entro la prossima estate.
Il calendario dell'accordo
Il percorso dell’accordo - va detto - non è ancora formalmente completato. Serve l’approvazione del Consiglio sulla versione finale del testo e un successivo voto del Parlamento. Comunque, il compromesso raggiunto dopo una maratona negoziale di dodici ore porta molte novità importanti e risolve i dubbi che avevano accompagnato la trattativa, soprattutto dal lato delle fonti di finanziamento e della governance.
Sotto il cappello della Bei
L’Efsi sarà istituito sotto il cappello della Banca europea per gli investimenti. Per i primi tre anni supporterà progetti in un ventaglio molto ampio di settori: trasporti, energia, Tlc, educazione, salute, ricerca, finanza, PMI. Le sue garanzie saranno destinate a interventi dall’impatto positivo in termini economici e sociali, senza particolari vincoli predefiniti sulla distribuzione. Alla fine dei tre anni la Commissione sottoporrà agli altri organi una valutazione indipendente dei risultati raggiunti dal fondo. A quel punto, si deciderà se confermare il suo funzionamento o eliminarlo.
La struttura finanziaria
Sotto il profilo delle risorse il Fondo sarà basato su 16 miliardi di garanzie prese dal bilancio comunitario e da 5 miliardi della Bei, per un totale di 21 miliardi. Il denaro europeo sarà preso dal Connecting Europe Facility e da Horizon 2020, i due programmi destinati alle infrastrutture e alla ricerca. Ma, per venire incontro alle richieste del Parlamento europeo, sarà integrato dai residui non spesi del budget annuale dell’Ue. Questa quota avrà un peso maggiore rispetto alle attese della vigilia.
Protezione dai rischi
Il Fondo avrà una grande capacità di protezione dal rischio: il suo obiettivo sarà consentire ai privati di partecipare a operazioni che, altrimenti, sarebbero risultate finanziariamente insostenibili. In questo modo sarà raggiunto il famigerato moltiplicatore di quindici volte, che consentirà di mobilitare risorse per oltre 300 miliardi di euro.
I dettagli della governance
Sul fronte della governance, il Fondo avrà una struttura duale. Un comitato di indirizzo fisserà la strategia generale, le politiche di investimento e il profilo di rischio del fondo. Per assicurare l’imparzialità del comitato, i suoi membri verranno dalla Commissione e dalla Bei. Il loro numero sarà proporzionale al contributo delle relative istituzioni alla composizione del fondo. Al livello successivo ci sarà un comitato indipendente per gli investimenti, che selezionerà i progetti ai quali sarà garantito il supporto dell’Efsi. Sarà composto da otto esperti indipendenti e da un direttore esecutivo, che avrà la responsabilità quotidiana della gestione del Fondo.
Parte l'Hub per gli investimenti
Gli Stati membri potranno contribuire al Fondo in garanzie o in denaro liquido, mentre altri soggetti potranno investire solo denaro liquido. Qualsiasi forma di contribuzione non potrà influire sulle scelte dei due comitati, che resteranno completamente indipendenti. In questo contesto, potranno intervenire anche terze parti, come le banche di investimento nazionali. A margine del fondo, sarà costituito anche un Hub per gli investimenti europei, una struttura dedicata a consigliare e supportare la formazione di nuovi progetti.
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