In GURI il Piano Ricerca Sud da 1,2 miliardi
Potenziare le competenze in ambito ricerca e innovazione nelle aree della ZES unica del Mezzogiorno, favorire il rientro dei cervelli nel Sud Italia, rafforzare il capitale umano nel settore e promuovere la nascita di spin-off di ricerca per il rilancio delle regioni meridionali. Sono questi alcuni degli obiettivi chiave del nuovo Piano RicercaSud, previsto dalla legge di conversione del decreto Coesione (DL 60/2024) e definito dal decreto ad hoc del Ministero dell'Università e della Ricerca appena approdato in Gazzetta Ufficiale.
Cosa prevede il decreto Coesione
Si tratta di una misura strategica per garantire la piena espressione delle potenzialità del Mezzogiorno nel campo R&I, il cui profilo è stato delineato con il decreto MUR del 1° ottobre, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 19 novembre, e che si appoggerà sulle risorse del Programma nazionale "Ricerca innovazione e competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027" (PN RIC 2021-2027) e del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027.
Ecco dunque cosa sappiamo sul nuovo Piano di azione denominato "RicercaSud - Piano nazionale ricerca per lo sviluppo del Sud 2021-2027", previsto dall’articolo 31 della legge di conversione del DL 60/2024.
DL Coesione: gli obiettivi del Piano di azione RicercaSud
Per assicurare l’integrazione tra le politiche di coesione e il PNRR in materia di ricerca e università, la legge di conversione del decreto Coesione ha previsto l’adozione di un Piano nazionale ricerca per lo sviluppo del Sud 2021-2027 (noto anche come Piano RicercaSud).
La misura è finalizzata al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
- sviluppare e rafforzare le capacità di ricerca e di innovazione nelle aree della ZES unica del Mezzogiorno, in coerenza con quanto previsto dal Programma nazionale "Ricerca innovazione e competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027" (PN RIC 2021-2027);
- favorire la mobilità, anche dall’estero, verso le aree del Mezzogiorno;
- rafforzare il capitale umano dedicato allo sviluppo e al funzionamento delle infrastrutture di ricerca;
- promuovere la creazione di spin-off di ricerca localizzati nelle aree del Mezzogiorno;
- favorire lo sviluppo di competenze specializzate, la transizione industriale, l’imprenditorialità e la collaborazione tra ricerca e imprese.
Viene specificato, inoltre, che il Piano è definito in coerenza con quanto previsto dall’Accordo di partenariato 2021-2027, nonché con i contenuti, gli obiettivi specifici e i criteri di ammissibilità della spesa del PN RIC 2021-2027.
A tal proposito, la relazione illustrativa predisposta dal Governo specifica che l’obiettivo del Piano è garantire l’attivazione di strumenti di cooperazione programmatici e di sostenere la continuità attuativa delle misure della Missione 4 "Istruzione e Ricerca" - Componente 2 "Dalla Ricerca all’impresa" (M4C2) del PNRR. La relazione, inoltre, individua una forte sinergia tra gli investimenti promossi con i fondi PNRR e con le iniziative progettuali finanziate con i fondi europei e con i fondi nazionali della coesione.
Attuazione Piano RicercaSud: 3 indirizzi strategici del MUR
Guardando all'attuazione concreta della strategia complessiva, il Piano RicercaSud mette a sistema il complesso delle misure di investimento e di sostegno della ricerca e orienta l’azione MUR nel perseguimento di tre indirizzi strategici fondamentali: il primo mirato a "potenziare gli asset della ricerca nelle Regioni del Mezzogiorno", il secondo a "rafforzare le catene del valore per la ricerca e l'innovazione" e il terzo per "valorizzare il capitale umano di alta specializzazione".
A tal fine, con riguardo alla prima linea di indirizzo, il MUR attua interventi finalizzati a potenziare e valorizzare le infrastrutture di ricerca e le filiere strategiche operanti nel Mezzogiorno, con particolare attenzione allo sviluppo di nuove filiere produttive ad alto contenuto tecnologico e innovativo e agli ambiti individuati dall'iniziativa STEP (digitale, tecnologie pulite ed efficienti, biotecnologie), in coerenza con gli ambiti di specializzazione intelligente individuati dalla Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente (SNSI). Nello specifico, si prevede un sostegno mirato:
- al potenziamento delle infrastrutture di ricerca pubbliche operanti negli ambiti della SNSI, favorendo percorsi congiunti di co-sviluppo di tecnologie avanzate con le imprese e promuovendo la mobilità dei ricercatori;
- al sostegno a un numero limitato di macro-filiere strategiche per la ricerca localizzate nel Mezzogiorno con l’intento di garantire la complementarità geografica e l’ulteriore sviluppo tecnologico (TRL fino a 8) alle attività di ricerca caratterizzate da un TRL medio-basso (2-5) che gli attuatori delle “Iniziative di sistema” di competenza MUR implementano nel quadro della M4C2 Investimento 1.5 del PNRR;
- all’investimento su progetti di ricerca applicata per lo sviluppo di tecnologie critiche per il perseguimento degli obiettivi previsti dalla Piattaforma STEP con la finalità di rafforzare la competitività e l'innovazione in settori industriali chiave, considerati cruciali per la crescita economica e la sicurezza strategica dell'Europa.
In merito al secondo indirizzo strategico, il MUR attua iniziative per potenziare l'ecosistema della ricerca nel Mezzogiorno, costituite da reti complesse che coinvolgono diversi attori, tra cui università, centri di ricerca, imprese, incubatori, acceleratori, enti pubblici e organizzazioni no-profit, per favorire la collaborazione e la condivisione di conoscenze, lo sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni innovative, raggiungere livelli avanzati di maturità tecnologica e promuovere la creazione di spin-off della ricerca. Le principali iniziative includono:
- il sostegno a progetti strategici di ricerca applicata e trasferimento tecnologico volti a introdurre significativi avanzamenti tecnologici nel quadro dell’innalzamento del Technology Readiness Level aventi un impatto misurabile in termini di vantaggio competitivo rispetto alle soluzioni già esistenti e che richiedano il coinvolgimento dell’ecosistema dell’innovazione favorendo la collaborazione tra il mondo accademico e della ricerca e l’industria;
- il sostegno agli ecosistemi per l'innovazione nel Mezzogiorno e la validazione e messa in rete di forme di aggregazione per la promozione e lo sviluppo di poli di innovazione che coinvolgano le imprese e in particolare le PMI e gli organismi di ricerca, per favorire la creazione e il potenziamento di aggregazioni e reti di collaborazione e incoraggiare la condivisione di conoscenze e competenze attraverso pratiche di Open Science.
Infine, con riguardo all'ultimo asse di indirizzo, il MUR sostiene misure finalizzate a rinforzare e sviluppare le competenze di alta specializzazione del capitale umano associato ai progetti di ricerca e al rafforzamento infrastrutturale previsti dal Piano. Nello specifico si prevedono iniziative volte al rafforzamento delle competenze mediante:
- azioni per l’anticipazione del fabbisogno di competenza delle imprese: programmi di formazione e aggiornamento professionale (upskilling) per migliorare le competenze esistenti e programmi di riqualificazione (reskilling) per formare il personale su nuove competenze rilevanti, sviluppando professionalità in grado di condurre processi di ricerca e sviluppo;
- il supporto all’istituzione e al consolidamento di Technology Transfer Office (TTO) per la transizione (digital & green) e l’imprenditorialità in ambiti SNSI, puntando sulle capacità dei TTO di fornire formazione avanzata nei temi della gestione dei programmi di ricerca e dell’accesso al mercato (es. gestione della proprietà intellettuale, business development e marketing tecnologico) anche al fine di promuovere la creazione di spin-off e start-up;
- finanziamento di iniziative nell'area della ZES Unica Mezzogiorno basate su processi competitivi volti anche a favorire l’attrazione di capitale umano qualificato nelle Università e organismi di ricerca e nelle imprese della ZES Unica da impiegare su progetti di eccellenza;
- introdurre strumenti di attrattività per sostenere i dottorandi e i ricercatori delle Università e dei centri di ricerca localizzati nel Mezzogiorno in collaborazione con il sistema delle imprese.
1,2 miliardi di euro per il Piano RicercaSud
In sinergia con quanto previsto dalla Missione 4, Componente 2 del PNRR, il Piano RicercaSud potrà contare su una dotazione pari complessivamente a 1,2 miliardi di euro di cui:
- 1.065,6 milioni di euro a valere sul PN RIC 2021-2027, nel rispetto delle procedure e dei criteri di ammissibilità, limitatamente alle aree territoriali di afferenza e in coerenza con le priorità e gli obiettivi specifici dello stesso Programma;
- 150 milioni di euro (nonché eventuali economie derivanti dal Piano sviluppo e coesione 2014-2020), nell’ambito delle risorse della delibera CIPESS n. 48 del 27 luglio 2021 volta al sostegno degli "Ecosistemi per l’Innovazione nel Mezzogiorno".
A proposito delle risorse provenienti dal PN RIC 2021-2027, è importante sottolineare che queste sono individuate "limitatamente alle aree territoriali di afferenza" poiché l’ambito geografico di destinazione dei fondi provenienti da questo strumento di finanziamento non coincide perfettamente con quello del nuovo Piano di azione RicercaSud, cioé le aree della ZES unica del Mezzogiorno.
In particolare, l'Abruzzo non rientra tra le regioni destinatarie delle risorse di cui al PN RIC 2021-2027, in quanto non appartenente al gruppo delle "Regioni Meno Sviluppate" ai sensi del regolamento CPR 2021-2027, mentre rientra nella ZES unica del Mezzogiorno e tra le regioni destinatarie delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione stanziate dalla legge di Bilancio 2021.
Inoltre, per garantire la massima efficacia degli interventi finanziati dal PN RIC 2021-2027, nell’ambito del Piano RicercaSud possono essere individuati ulteriori meccanismi di sostegno finanziario. Questi strumenti saranno definiti, spiega il testo della legge di conversione del DL Coesione, "nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio, all’esito delle eventuali variazioni del PN RIC 2021-2027, in coerenza con i nuovi obiettivi specifici introdotti ai sensi del Regolamento (UE) 2024/795 (Piattaforma STEP) del Parlamento europeo e del Consiglio".
In particolare, viene specificato nel decreto attuativo del MUR che i progetti eleggibili possono fruire di un sostegno nella forma di:
- strumenti finanziari a carattere rotativo, anche mettendo in gioco le restituzioni provenienti dall’esperienza del Fondo di Fondi R&I 2014-2020, al fine di mobilitare investimenti addizionali e sostenere con “capitale paziente” iniziative di ricerca ad elevato impatto potenziale, congenitamente caratterizzate da rischi operativi e finanziari;
- sovvenzioni, anche in regime di aiuto, che garantiscono la copertura dei costi iniziali di implementazione dei progetti in un’ottica di massimizzazione della copertura finanziaria delle attività sovvenzionate nell’ambito di interventi collegati alla SNSI, qualora sussista una maggiore rischiosità degli investimenti specie se collegati alla sperimentazione di tecnologie innovative;
- eventuale utilizzo combinato delle due precedenti forme di sostegno.
A chi si rivolge il Piano nazionale ricerca per lo sviluppo del Sud 2021-2027?
I beneficiari di tutti i progetti del Piano - sia quelli supportati dalle risorse del PN RIC 2021-2027, sia quelli finanziati dalla delibera CIPESS n. 48 del 27 luglio 2021 - possono essere individuati tra i principali gruppi di destinatari previsti nel PN RIC 2021-2027, localizzati nelle aree di riferimento del Piano RicercaSud, in coerenza con la destinazione territoriale delle individuate fonti di finanziamento, e cioè:
- le imprese, con particolare attenzione alle PMI;
- le università e gli enti di ricerca;
- gli incubatori, gli acceleratori di imprese, gli spin off;
- solo in relazione all’obiettivo strategico 2.3 (Sviluppare sistemi, reti e impianti di stoccaggio energetici intelligenti al di fuori dell’RTE-E), i concessionari di pubblico servizio.
I criteri di selezione e valutazione dei progetti possono prevedere punteggi aggiuntivi al fine di favorire il rientro dei ricercatori dall’estero.