Anziani, in arrivo la prestazione universale sperimentale
Il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame definitivo, il decreto attuativo della legge delega in materia di politiche in favore delle persone anziane (legge n. 33-2023). Il provvedimento, oltre al riordino delle politiche per la terza età, introduce anche un nuovo bonus universale per gli anziani non autosufficienti più gravi e in maggiori difficoltà economiche.
Bonus badanti over 80: a chi spetta la decontribuzione del decreto PNRR
Il decreto legislativo, che ha ricevuto ieri il via libera definitivo dal CdM, rappresenta un tassello fondamentale per l'attuazione della legge n. 33-2023 sulla 'terza età' e stanzia complessivamente oltre un miliardo di euro per avviare la riforma complessiva delle politiche in favore degli anziani e contro la loro marginalizzazione, coerentemente con quanto previsto dalla Missione 5 Componente 2 del PNRR.
Queste risorse previste dal provvedimento attuativo, come ha spiegato la viceministra al Lavoro e Politiche sociali Maria Teresa Bellucci a decreto approvato, servono a "dare certezza agli anziani in termini di miglioramento della qualità di vita, di possibilità di scongiurare la solitudine, di semplificare l’accesso ai servizi".
Tra le misure previste dalla normativa figura anche l'introduzione in via sperimentale e a scelta del cittadino di una prestazione universale graduata per sostenere economicamente una platea di circa 25mila anziani ultraottantenni non autosufficienti, indigenti e gravissimi.
Cos'è la prestazione universale per gli anziani
Secondo il decreto attuativo, dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026 viene istituita in via sperimentale un'indennità universale "subordinata allo specifico bisogno assistenziale al fine di promuovere il progressivo potenziamento delle prestazioni assistenziali per il sostegno della domiciliarità e dell’autonomia personale delle persone anziane non autosufficienti".
Il bonus, concesso su domanda dell'interessato per via telematica o tramite i patronati, viene erogato dall’INPS ed è riconosciuto all'anziano non autosufficiente in possesso dei seguenti requisiti:
- un’età anagrafica di almeno 80 anni;
- un livello di bisogno assistenziale gravissimo;
- un valore dell’ISEE per le prestazioni agevolate di natura sociosanitaria non superiore a 6 mila euro;
- titolarità dell’indennità di accompagnamento, ovvero possesso dei requisiti per il riconoscimento del suddetto beneficio.
La prestazione universale è erogabile mensilmente sotto forma di trasferimento monetario e di servizi alla persona, esente da imposizione fiscale.
L'importo del beneficio è composto da una quota fissa monetaria corrispondente all’indennità di accompagnamento (da 531,76 euro) e una quota integrativa definita "assegno di assistenza", pari a 850 euro per remunerare il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona titolari di rapporto di lavoro conforme ai contratti collettivi nazionali di settore o l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza e forniti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale. Facendo una somma, quindi, la cifra del bonus si aggira intorno ai 1.380 euro.
Per quanto riguarda il budget, il contributo sperimentale avrà a disposizione una dotazione complessiva di 500 milioni di euro per ciascuno degli anni di test da inizio 2025 a fine 2026.
Quando richiedere l'assegno anziani non autosufficienti?
A proposito dei dettagli operativi relativi alla prestazione universale, sarà direttamente l'INPS ad individuare lo stato di bisogno assistenziale, di livello gravissimo, dei soggetti anziani sulla base delle informazioni sanitarie a disposizione nei propri archivi e delle indicazioni fornite dall’apposita commissione.
Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto attuativo, sarà nominata una commissione tecnico-scientifica per l’individuazione degli indicatori atti alla definizione dei criteri di classificazione dello stato di bisogno assistenziale gravissimo.
Inoltre, con uno o più decreti dello stesso dicastero, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentito l’ INPS e previa intesa in sede di Conferenza unificata verranno stabilite, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto attuativo, le modalità attuative e operative della prestazione universale, dei relativi controlli e della eventuale revoca, nonché le connesse attività preparatorie e organizzative, anche a carattere informativo, da espletarsi entro il 31 dicembre 2024.
Riforma Terza età: focus su invecchiamento attivo, assistenza domiciliare e co-housing
Per quanto concerne il resto dei contenuti della riforma delle politiche per gli anziani, la legge n. 33-2023 nota anche come "Patto per la Terza età" impegna il Governo ad adottare misure volte all'invecchiamento attivo, alla promozione dell'autonomia e alla prevenzione delle fragilità, anche attraverso la revisione dell'assistenza domiciliare e il riconoscimento delle cure palliative.
Il provvedimento, che recepisce le indicazioni di Terzo Settore e categorie professionali di riferimento, muove dal riconoscimento del diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio e dal principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente.
Grazie allo snellimento della burocrazia e all’istituzione dei "punti unici di accesso" (PUA) diffusi sul territorio, si potrà effettuare, in una sede unica, una valutazione multidimensionale finalizzata a definire il "progetto individualizzato di assistenza integrata" (PAI) che indicherà tutte le prestazioni sanitarie, sociali e assistenziali necessarie per la persona anziana.
Ulteriori elementi di rilievo sono:
- la definizione di una specifica governance nazionale delle politiche in favore della popolazione anziana, con il compito di coordinare gli interventi;
- la promozione di misure a favore dell’invecchiamento attivo e dell’inclusione sociale, anche sostenendo il cosiddetto "turismo lento";
- la promozione di nuove forme di coabitazione solidale per le persone anziane e di coabitazione intergenerazionale, anche nell’ambito di case-famiglia e condomini solidali, aperti ai familiari, ai volontari e ai prestatori di servizi sanitari, sociali e sociosanitari integrativi;
- la promozione d’interventi per la prevenzione della fragilità delle persone anziane;
- l’integrazione degli istituti dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) e del servizio di assistenza domiciliare (SAD);
- il riconoscimento del diritto delle persone anziane alla somministrazione di cure palliative domiciliari e presso hospice;
- la previsione d’interventi a favore dei caregiver familiari.
Consulta la legge n. 33 del 23.03.2023, GU Serie Generale n. 76 del 30.03.2023