Conti pubblici: UE, Italia sotto sorveglianza per il debito pubblico
L’Italia è finita (insieme ad altri 16 paesi) nella nuova relazione sul meccanismo di allerta UE che individua gli Stati da esaminare attentamente per evitare squilibri macroeconomici eccessivi. Per questo Bruxelles è in attesa del testo della Manovra 2023. La legge di bilancio italiana, infatti, dovrà rassicurare l’UE che i conti pubblici tengano e che i sostegni all’economia siano mirati.
Legge di bilancio 2023: guida agli incentivi per imprese, famiglie e lavoratori
Nello stesso giorno in cui a Roma la premier Giorgia Meloni ha presentato l’ossatura della nuova legge di Bilancio, a Bruxelles la Commissione europea ha avviato il ciclo del semestre europeo 2023, la cornice di coordinamento delle politiche economiche e occupazionali degli Stati membri.
Dal pacchetto, che si basa sulle previsioni economiche d'autunno 2022, emerge come l'economia UE stia attraversando una fase molto più impegnativa dei mesi passati e che, oggi più che mai, sia necessaria un'azione coordinata. In tale contesto l’UE ha anche avviato l’analisi dei documenti programmatici di bilancio degli Stati membri della zona euro e ha rilasciato la Relazione sul meccanismo di allerta che individua gli Stati membri per i quali è necessario effettuare un esame approfondito per valutare se presentino squilibri che richiedano un'azione politica.
L’Italia nella nuova Relazione sul meccanismo di allerta
Quest'anno la Relazione ha concluso che un esame approfondito sia giustificato per 17 Stati membri: Cipro, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia (già sottoposti a esame approfondito nel precedente ciclo annuale di sorveglianza della procedura per gli squilibri macroeconomici), più Cechia, Estonia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Slovacchia e Ungheria (non sottoposti a un esame approfondito nel 2021/2022).
Il nostro Paese è dunque in buona compagnia, anche se a pesare sul nostro futuro continua a restare il debito pubblico. “Nel medio termine”, scrivono infatti da Bruxelles, l’Italia potrebbe affrontare "elevati rischi per la sostenibilità di bilancio".
"I paesi con i più alti indici di indebitamento sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti nelle condizioni di finanziamento. In uno scenario di aumento di 1 punto percentuale del differenziale tra crescita e interessi, il debito aumenterebbe di oltre 10 punti percentuali del PIL entro il 2023 in Italia, Grecia, Spagna e Portogallo", spiega infatti la Commissione UE.
Per ora Bruxelles non si è voluta esporre troppo. Il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis ha infatti spiegato che non è stata adottata un'opinione sul documento programmatico di bilancio dell'Italia "perché presentato dal governo uscente a politiche invariate. Ci aspettiamo di ricevere il piano completo dal nuovo governo a breve e forniremo la nostra opinione nelle prossime settimane". "I documenti programmatici di bilancio dell'Italia e della Lettonia sono stati presentati dai governi uscenti a politiche invariate, in considerazione dell'evoluzione dei cicli politici nazionali. Italia e Lettonia sono pertanto stati invitati dalla Commissione a presentare quanto prima documenti programmatici di bilancio aggiornati”.
Gli orientamenti della Commissione per superare la crisi energetica
L’Analisi annuale della crescita sostenibile
“Quest'anno l'analisi annuale della crescita sostenibile prospetta un programma ambizioso atto a rafforzare ulteriormente le risposte politiche coordinate apportate dall'UE per attenuare a breve termine gli effetti negativi degli shock energetici”, spiega la Commissione europea.
Secondo Bruxelles, però “è nel contempo fondamentale, a medio termine, continuare ad aumentare la resilienza delle società e delle economie e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva, mantenendo la flessibilità necessaria per far fronte alle nuove sfide. L'impostazione è conforme agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, che costituiscono parte integrante del semestre europeo”.
“Restano ferme - prosegue il comunicato - le quattro priorità del semestre europeo, cioè promuovere la sostenibilità ambientale, la produttività, l'equità e la stabilità macroeconomica, al fine di favorire una sostenibilità competitiva".
Pareri sui documenti programmatici di bilancio degli Stati membri della zona euro
Per quanto concerne invece i documenti programmatici di bilancio degli Stati della zona euro, la Commissione ha valutato la conformità di tali documenti con le raccomandazioni adottate dal Consiglio a luglio 2022, tenendo conto del fatto che la clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita continuerà ad applicarsi nel 2023.
“Le raccomandazioni sul bilancio per il 2023 - spiegano da Bruxelles - chiedevano agli Stati membri con debito basso e medio di fare in modo che la crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale sia conforme a un orientamento generale neutro della politica di bilancio. Agli Stati membri con debito elevato era raccomandato di garantire una politica di bilancio prudente, in particolare limitando la crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale al di sotto della crescita del prodotto potenziale a medio termine”.
Raccomandazione per la zona euro
“La raccomandazione offre agli Stati membri della zona euro consigli mirati per il periodo 2023-2024 sugli aspetti che incidono sul funzionamento della zona euro nel suo complesso”, prosegue inoltre il comunicato rilasciato in occasione dell’avvio del ciclo del semestre europeo 2023.
“Gli Stati membri della zona euro dovrebbero:
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continuare a coordinare le politiche di bilancio per sostenere un tempestivo rientro dell'inflazione nell'obiettivo a medio termine della Banca centrale europea del 2%;
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mantenere nel tempo un livello elevato di investimenti pubblici per promuovere la resilienza sociale ed economica e sostenere le transizioni verde e digitale;
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accertare che il sostegno erogato alle famiglie e alle imprese che si trovano sotto pressione finanziaria a causa della crisi energetica sia efficace sotto il profilo dei costi, temporaneo e mirato ai soggetti vulnerabili, in particolare le PMI. A tal fine la raccomandazione propone il varo di un sistema dualistico di fissazione dei prezzi dell'energia, che garantisca incentivi al risparmio energetico, in sostituzione delle misure su larga scala sui prezzi. In tale sistema i consumatori vulnerabili potrebbero beneficiare di prezzi regolati;
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promuovere una dinamica salariale che tuteli il potere d'acquisto dei lavoratori, limitando nel contempo gli effetti di secondo impatto sull'inflazione;
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sviluppare e adattare in funzione delle necessità il sistema degli aiuti sociali;
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migliorare ulteriormente le politiche attive del mercato del lavoro e affrontare il problema delle carenze di competenze;
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assicurare l'effettiva partecipazione delle parti sociali all'elaborazione delle politiche e rafforzare il dialogo sociale;
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migliorare ulteriormente il contesto imprenditoriale e preservare la stabilità macrofinanziaria.
Proposta di relazione comune sull'occupazione
Infine, per quanto concerne la proposta di relazione comune sull'occupazione, essa “conferma la completa ripresa dalla pandemia di COVID-19 del mercato del lavoro dell'UE, che dal terzo trimestre 2021 evidenzia una performance vigorosa e il superamento dei livelli di occupazione precedenti la pandemia”.
Bruxelles però aggiunge che, “nonostante la forte crescita, per entrare nel mercato del lavoro i giovani, le donne e i gruppi vulnerabili, come le persone con disabilità o provenienti da contesto migratorio, hanno bisogno di ulteriore sostegno. Occorre rafforzare le politiche volte ad aiutare i lavoratori ad acquisire le competenze di cui vi è domanda sul mercato, per attenuare i rischi di grave carenza di manodopera e di competenze e per sostenere le transizioni da un lavoro all'altro in mercati del lavoro in evoluzione, in particolare sullo sfondo delle transizioni verde e digitale. Promuovere transizioni giuste nel mercato del lavoro è importante per centrare gli obiettivi principali dell'UE per il 2030 in materia di occupazione e competenze, che sono integrati nella relazione comune sull'occupazione”.
“I rincari cui assistiamo dal 2021, accelerati dalla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina, - insiste Bruxelles - hanno messo sotto pressione sia l'economia sia le famiglie dell'UE. La crescita del PIL reale rallenta dalla primavera del 2022 e il reddito delle famiglie è diminuito in termini reali per la prima volta dalla pandemia di COVID-19. In questo contesto la contrattazione collettiva e salari minimi equi e adeguati sono strumenti potenti per preservare il potere d'acquisto dei salari promuovendo nel contempo l'occupazione. A ciò si dovrebbe aggiungere un intervento per migliorare copertura e congruità della protezione del reddito minimo, che parimenti contribuirà al conseguimento degli obiettivi principali dell'UE per il 2030 in materia di occupazione e riduzione della povertà”, conclude il comunicato sul tema.
Le prossime tappe
La Commissione invita adesso l'Eurogruppo e il Consiglio ad esaminare i documenti presentati il 22 novembre e ad approvare gli orientamenti impartiti.
Stesso discorso per il Parlamento europeo, con il quale si “attende con interesse un dialogo costruttivo (...) sui contenuti di questo pacchetto e su ogni tappa successiva del ciclo del semestre europeo”.
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