Fondo filiere in crisi: via alle domande per le imprese di allevamento

Aiuti zootecnia - Photo credit: Foto di Carlos Andrés Ruiz Palacio da Pixabay A partire dall'8 ottobre le imprese di allevamento di suini, conigli, caprini, ovicaprini e vitelli potranno richiedere i contributi del Fondo emergenziale per le filiere in crisi da 90 milioni di euro istituito dal dl Rilancio. 

Guida ai fondi per l'agricoltura nel decreto Rilancio

Le modalità di accesso ai contributi del Fondo emergenziale per le filiere in crisi da parte degli allevatori sono state appena approvate da Agea, che provvederà all'istruttoria delle domande e all'erogazione di un anticipo dell'80% già al termine della prima fase di analisi delle istanze pervenute.

A disposizione delle cinque filiere zootecniche - suinicola, ovicaprina, cunicola, del latte bufalino e del vitello da carne - ci sono 65 milioni di euro, dei 90 complessivamente stanziati dal decreto Rilancio per il Fondo filiere in crisi.

Le restanti risorse sono state destinate dal Mipaaf al sostegno all'ammasso privato, in particolare 15 milioni di euro per le carni di vitello e 10 milioni per i prosciutti di suino a denominazione d’origine protetta (DOP). Alla luce dell'urgenza di rispondere alle conseguenze economiche del Coronavirus, entrambe le misure sono state attivate prima ancora della pubblicazione del decreto attuativo del dl Rilancio e le imprese hanno potuto presentare le domande ad Agea fino al 14 agosto. 

Decreto Rilancio: contributi a imprese zootecniche per ammasso privato

Quali settori finanzia il Fondo emergenziale per filiere in crisi

I 65 milioni di euro destinati alle filiere zootecniche dal decreto Rilancio sono così ripartiti:

  • filiera suinicola: 30 milioni di euro;
  • filiera cunicola: 4 milioni di euro;
  • filiera delle carni di vitello: 20 milioni di euro;
  • filiera caprina: 0,5 milioni di euro;
  • filiera ovicaprina: 8,5 milioni di euro;
  • filiera del latte bufalino: 2 milioni di euro, come incremento delle risorse di cui al decreto ministeriale del 3 aprile 2020, relativo al Fondo per la competitività delle filiere.

Nello specifico, alle imprese agricole di allevamento di capi nati, allevati e macellati in Italia, è concesso un aiuto:

  • fino a 20 euro per ogni capo di suino macellato nel periodo dal 1° maggio al 30 giugno 2020 nei limiti di spesa di 23 milioni di euro,
  • fino a 18 euro per ogni scrofa allevata nel periodo dal 1° gennaio al 30 giugno 2020 nei limiti di spesa di 7 milioni di euro,
  • fino a 1 euro per ogni coniglio macellato nel periodo dal 1° aprile al 30 giugno 2020,
  • fino a 6 euro per ogni capo di capretto macellato nel periodo dal 1° gennaio al 30 giugno 2020,
  • fino a 3 euro per ogni pecora e/o capra allevata nel periodo dal 1° maggio al 30 giugno 2020,
  • fino a 110 euro per ogni vitello di età inferiore agli 8 mesi macellato nel periodo dal 1° marzo al 30 giugno 2020.

Gli aiuti sono concessi nei limiti di spesa per ciascuna filiera, fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Nel caso in cui un’impresa sia attiva in diversi settori a cui si applicano importi massimi diversi, per ciascuna attività sarà rispettato il massimale pertinente, né sarà superato l’importo massimo complessivo possibile.

Le domande possono essere presentate a partire dall'8 ottobre e fino al 22 ottobre 2020. Per semplificare l'accesso alla misura e accelerare l'erogazione dei contributi, le istanze saranno presentate in modo precompilato sulla base delle informazioni già presenti nella Banca Dati Nazionale del Ministero della Salute e dei dati presenti nel Fascicolo Aziendale del SIAN e saranno istruite da Agea avvalendosi del supporto del Registro nazionale aiuti.

Per approfondire: Agricoltura: via a domande per filiere mais, legumi e soia

Photo credit: Foto di Carlos Andrés Ruiz Palacio da Pixabay