Le richieste del Parlamento europeo per la revisione del Quadro finanziario 2021-27

Parlamento europeo - Photo credit: European Parliament, 2022Dopo il report votato a settembre, il 15 dicembre il Parlamento europeo ha approvato un nuovo testo per chiedere una revisione ambiziosa del bilancio UE 2021-27 alla luce delle nuove sfide connesse alla crisi energetica e climatica e della necessità di rimborsare i prestiti Next Generation EU che hanno alimentato i PNRR.

Cosa prevede il bilancio europeo 2021-27

La risoluzione “Upscaling the 2021-2027 MFF”, approvata in plenaria con 366 voti a favore, 128 contrari e 55 astensioni, parte del presupposto che il Quadro finanziario pluriennale (QFP) adottato nel 2020, in un contesto molto diverso da quello attuale, non sia adeguato a rispondere alle nuove necessità dell'Unione. E come la relazione sul Multiannual financial framework 2021-27 votata a settembre, chiede di approfittare della revisione intermedia del bilancio UE per aumentare la potenza di fuoco del bilancio UE.

Anche perchè, sottolineano gli eurodeputati, “il vertiginoso aumento dei prezzi dell'energia e l'estrema volatilità del mercato dell'energia, causate principalmente dalla decisione della Russia di ridurre l'approvvigionamento di gas hanno portato a un'impennata dell'inflazione, con gravi ripercussioni sulle persone e sulle imprese” e “stanno mettendo a dura prova il QFP, riducendo ulteriormente il suo potere d'acquisto e limitando la sua capacità operativa e amministrativa in un contesto in cui il suo livello complessivo è già inferiore ai precedenti QFP in termini di quota del reddito nazionale lordo (RNL) dell'UE”. Nella pratica, avverte il Parlamento europeo, questo “significa che è possibile finanziare un numero inferiore di progetti e azioni dell'Unione, con un conseguente impatto negativo sui beneficiari e sulla capacità dell'UE di conseguire i propri obiettivi politici condivisi”.

Cosa chiede il Parlamento europeo per la revisione del QFP 2021-2027

La prima richiesta del Parlamento con la nuova risoluzione è quindi quella di colmare il deficit di finanziamento con una revisione globale e ambiziosa del regolamento QFP e del relativo allegato. La proposta legislativa della Commissione, secondo il PE, dovrebbe arrivare al più tardi entro il primo trimestre del 2023 ed escludere qualsiasi modifica al ribasso delle dotazioni nazionali preassegnate o dei programmi di finanziamentio europei. Al contrario, serviranno “nuovi finanziamenti per nuove priorità politiche” e nuovi strumenti “per affrontare le sfide e le crisi imminenti in modo efficace”.

Nel dettaglio, gli eurodeputati chiedono un aumento del massimale della rubrica 1 “Mercato unico, innovazione e agenda digitale”, alla luce delle recenti ambizioni politiche nei settori dell'energia e dell'autonomia strategica e industriale, e delle nuove iniziative politiche avviate da gennaio 2021 (normativa sui chip, connettività sicura, autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, nuovo Bauhaus europeo), dell'importanza dei programmi Horizon Europe, Digital Europe, per il mercato unico e del Meccanismo per collegare l'Europa per guidare le transizioni verde e digitale. Senza dimenticare che in estate la Commissione dovrebbe proporre un nuovo Fondo europeo di sovranità per ridurre la dipendenza dell'UE dai paesi terzi in settori chiave, per il PE da integrare all'interno nel QFP.

Il Parlamento chiede poi di tutelare i finanziamenti dei fondi strutturali europei, a titolo della rubrica 2a, evitando che le iniziative di flessibilità temporanea e a breve termine previste con i vari pacchetti CRII, CRII Plus, CARE, FAST-CARE non trasformino la Politica di Coesione in uno strumento di risposta alle crisi. La linea di bilancio dedicata al rimborso dei costi dei prestiti dello strumento europeo per la ripresa (EURI), inoltre, dovrebbe essere rimossa dalla rubrica 2b ed essere conteggiata al di fuori dei massimali del QFP.

C'è poi la richiesta di aumentare i massimali della rubrica 3 “Risorse naturali e ambiente”, per garantire la piena copertura del Fondo sociale per il clima (SCF), della rubrica 4 “Migrazione e gestione delle frontiere”, alla luce delle reali esigenze di finanziamento delle politiche e dei programmi dell'Unione in materia di gestione della migrazione e delle frontiere, rubrica 5 “Sicurezza e difesa”, a fronte di un contesto geopolitico stravolto dalla guerra in corso in Ucraina, e della rubrica 6 “Vicinato e resto del mondo”, dato che i fondi gli aiuti umanitari sono già stati spinti ai limiti e hanno richiesto ripetuti rafforzamenti in un contesto in rapido deterioramento a causa delle crisi alimentare, energetica, climatica ed economica. Risorse adeguate, infine, devono essere assicurate anche alla rubrica 7 “Pubblica amministrazione europea”, per garantire un'attuazione e un'applicazione efficaci della legislazione e delle politiche dell'Unione.

Non manca il rischiamo a rispettare la tabella di marcia per l'introduzione di nuove risorse proprie, che permettano almeno di coprire il rimborso del debito Next Generation EU, con un'approvazione rapida in Consiglio delle entrate collegate alla riforma del sistema di scambio di quote di emissione, al meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere e alla tassazione degli utili delle multinazionali (primo pilastro OCSE/G20) e con un secondo gruppo di nuove risorse proprie che la Commissione dovrebbe proporre entro il terzo trimestre del 2023.

Consulta la risoluzione del Parlamento europeo “Potenziare il quadro finanziario pluriennale 2021-2027”

Il Fondo sociale per il clima nella revisione del MFF 2021-27

La risoluzione di dicembre segue quella approvata, con 497 voti a favore, 79 contrari e 53 astensioni, il 13 settembre sul progetto di revisione intermedia del Quadro finanziario pluriennale presentato dalla Commissione il 22 dicembre 2021, che prevede l'aumento dei massimali del QFP a favore del nuovo Fondo sociale per il clima - proposto nell'ambito di Fit for 55 per permettere agli Stati membri di aiutare i cittadini e le imprese a investire nell'efficienza energetica e in una mobilità più pulita - e l'introduzione di un adeguamento automatico dei massimali del bilancio pluriennale sulla base di nuove risorse proprie per rimborsare i prestiti contratti per NextGenerationEU.

Secondo il PE, però, la proposta di regolamento andrebbe modificata, anzitutto per riflettere meglio l'aumento del prezzo del carbonio. Il bilancio dell'UE non è adeguatamente strutturato e sufficiente per affrontare le nuove sfide che ci attendono, ha spiegato a margine del voto il co-relatore Jan Olbrycht (PPE). "Le decisioni legate al pacchetto Fit for 55 richiedono adeguamenti di bilancio - ha detto - per garantire le risorse finanziarie necessarie alle nuove sfide nel quadro del Green Deal”.

Non si tratta però solo di “una revisione tecnica del Quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027”, ha precisato la co-relatrice Margarida Marques (S&D). “Si tratta essenzialmente di consentire il finanziamento del nuovo Fondo sociale per il clima attraverso il bilancio a lungo termine dell'UE, senza pregiudicare il finanziamento di altre politiche e programmi europei, in particolare la Politica di Coesione”.

Il Fondo sociale per il clima dovrebbe essere finanziato dal bilancio dell'UE utilizzando un importo equivalente al 25% delle entrate previste provenienti dallo scambio di quote di emissione dell'edilizia e dei carburanti per il trasporto stradale, grazie a una modifica mirata del Quadro finanziario pluriennale. Combinando il Fondo con finanziamenti nazionali per gli stessi obiettivi, Bruxelles punta a mobilitare fino a 144,4 miliardi nel periodo 2025-2032.

Per assicurarsi che la transizione verso un'energia più verde non lasci indietro nessuno, però, i deputati chiedono un adeguamento automatico alle fluttuazioni di prezzo che, in caso di aumento del prezzo del carbonio a un livello superiore all'ipotesi iniziale contenuta nella proposta della Commissione, metta a disposizione del Fondo sociale per il clima una dotazione aggiuntiva su base annuale. In questo modo sarebbe possibile sostenere ulteriormente le famiglie vulnerabili e gli utenti dei trasporti nella transizione verso la neutralità climatica.