Il calendario delle riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza

Riforme Recovery PlanLa parola chiave dei Recovery Plan di tutti i Paesi europei è ‘riforme’. Un punto su cui Bruxelles ha insistito dal primo momento. Quelle previste dal Piano nazionale ripresa e resilienza di Draghi riguardano Pubblica amministrazione, giustizia, semplificazioni, concorrenza e fisco. Si parte con il decreto Semplificazioni.

Cosa prevede il Recovery Plan di Draghi: mission, progetti e riforme

Sul capitolo ‘riforme’ Bruxelles è stata chiara da subito: affinché il Recovery Plan venga approvato serve chiarezza. Le riforme, quindi, non vanno abbozzate solo vagamente, né dovrebbero essere sintetizzate in poche parole, ma occorre indicarle nel dettaglio prevedendo una tabella di marcia per ogni decreto o provvedimento legato alle riforme. 

Le riforme previste dal PNRR

La riforma della Pubblica amministrazione

Si tratta di una riforma molto attesa, annunciata già dal ministro per la PA Renato Brunetta nel corso di un’audizione parlamentare e, nei giorni scorsi, durante un incontro ad hoc con la Conferenza Unificata. 

Le sfide indicate dalle schede del Recovery si muovono nel segno dell’innovazione della PA.  

L’assenza di un ricambio generazionale e di competenze qualificate è il primo scoglio da superare, affrontando questioni annose come il blocco del turnover negli ultimi anni, l’invecchiamento e la parallela riduzione della forza lavoro e meccanismi di selezione complessi.

Scarso, finora, l’investimento sul capitale umano delle PA: la formazione si è rivelata spesso inadeguata e frammentata, e l’avanzamento di carriera si è basato solamente sull’anzianità di servizio anziché su competenze specialistiche.

Sulla capacità della Pubblica amministrazione "di rispondere in modo efficiente ed efficace incidono diversi fattori", ha sottolineato Draghi alla Camera; "Tra questi: la stratificazione normativa, la limitata e diseguale digitalizzazione, lo scarso investimento nel capitale umano dei dipendenti, l’assenza di ricambio generazionale e di aggiornamento delle competenze".

Infine, il PNRR dovrà affrontare l’annoso tema della stratificazione normativa e della bassa digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche, sia a livello centrale che locale.

La riforma, quindi, seguirà il criterio dell’ABCD. 

  • A come Accesso. Il focus è sui concorsi e le assunzioni pubbliche, che andrà incontro a un quadro di riforme a largo spettro delle regole di reclutamento dei dipendenti pubblici prevedendo la creazione di una piattaforma unica di reclutamento e l’adozione di un HR Management Toolkit;
  • B come Buona amministrazione. Il focus è sulle semplificazioni e l’obiettivo finale è eliminare i vincoli burocratici e rendere più efficace ed efficiente l’azione amministrativa. Prevista l’istituzione di una task force semplificazione, digitalizzazione e monitoraggio;
  • C come Competenze: se il miglioramento dei percorsi di selezione e reclutamento è un passo importante per acquisire competenze, per produrre effetti durevoli va associato a una gestione “per competenze” e percorsi seri e strutturali di qualificazione e riqualificazione del personale. Si prevede quindi l’investimento in corsi di formazione, voucher formativi e comunità di pratiche;
  • D come Digitalizzazione, quale strumento trasversale per meglio realizzare queste riforme.

La riforma della giustizia

Altrettanto pressante è la riforma della giustizia, che avrà il compito di aumentarne l’efficienza agendo sull’eccessiva durata dei processi e il peso degli arretrati giudiziari.

"La riforma della giustizia affronta i nodi strutturali del processo civile e penale. Nonostante i progressi degli ultimi anni, permangono ritardi eccessivi. In media sono necessari oltre 500 giorni per concludere un procedimento civile in primo grado, a fronte dei circa 200 in Germania", ha evidenziato il premier.

La riforma opera principalmente attraverso due leve: 

  • Digitalizzazione e riorganizzazione:
    • Assunzioni mirate e temporanee per eliminare il carico di arretrati e casi pendenti e per la completa digitalizzazione degli archivi;
    • Rafforzamento dell’Ufficio del Processo.
  • Revisione del quadro normativo e procedurale:
    • Aumento del ricorso a procedure di mediazione “alternative dispute resolution procedures”;
    • Interventi di semplificazione sui diversi gradi del processo.

"L’obiettivo finale che ci proponiamo è ambizioso, ridurre i tempi dei processi del 40% per il settore civile e almeno del 25% per il penale. Tutti noi vogliamo un sistema giudiziario strutturalmente più efficiente", chiosa Draghi. 

Le riforme abilitanti: semplificazione e concorrenza

Le altre riforme previste dal Recovery Plan sono orizzontali rispetto alle 6 Missioni in cui è articolato il Piano e sono destinate a garantire l’attuazione e il massimo impatto degli investimenti.

Fra queste sono incluse semplificazioni decisive soprattutto per gli investimenti infrastrutturali, come quella per la concessione di permessi e autorizzazioni, oltre agli interventi sul codice degli appalti.

Gli interventi di semplificazione più urgenti, a partire da quelli strumentali alla realizzazione dei progetti finanziati nell’ambito del PNRR, saranno adottati attraverso un decreto-legge che sarà approvato dal Consiglio dei ministri entro maggio e convertito in legge entro metà luglio  - si legge nel testo del PNRR. Gli altri interventi saranno realizzati attraverso leggi ordinarie, leggi di delegazione legislativa e relativi decreti delegati, da approvare entro il 2021.

"Il Piano vuole impegnare Governo e Parlamento a una continuativa e sistematica opera di abrogazione e modifica delle norme che frenano la concorrenza, creano rendite di posizione e incidono negativamente sul benessere dei cittadini", ha spiegato Draghi, "Questi principi sono essenziali per la buona riuscita del Piano: dobbiamo impedire che i fondi che ci accingiamo a investire finiscano soltanto ai monopolisti".

A tal fine "assume un ruolo cruciale la Legge annuale sulla concorrenza – prevista nell’ordinamento nazionale dal 2009, ma realizzata solo una volta nel 2017. Intendiamo varare norme volte ad agevolare l’attività d’impresa in settori strategici come le reti digitali e l’energia. Alcune di queste norme sono già individuate nel Piano, ad esempio il completamento degli obblighi di gara per i regimi concessori oppure la semplificazione delle autorizzazioni per la realizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti. Il Governo si impegna a mitigare gli effetti negativi che alcune di queste misure potrebbero produrre, rafforzando i meccanismi di regolamentazione e la protezione sociale".

Le riforme settoriali

A queste si aggiungono poi quelle riforme indirizzate a specifici settori o azioni previsti nel Recovery Plan. L’obiettivo resta quello di aumentare l’efficienza e rafforzare la gestione degli interventi previsti nel Piano. 

Fra queste il PNRR annovera innanzitutto la riforma fiscale, che dovrebbe includere la revisione dell’Irpef, con il duplice obiettivo - si legge nel PNRR - di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo e di ridurre gradualmente il carico fiscale, preservando la progressività e l’equilibrio dei conti pubblici. Per realizzare in tempi certi la riforma definendone i decreti attuativi il Governo, dopo l’approvazione della legge di delega, istituirà una Commissione di esperti.

Riforma cui si accompagna necessariamente un'azione di contrasto all’evasione, attraverso il potenziamento dell'operatività dell'Agenzia delle entrate mediante nuove assunzioni. Completa il quadro delle riforme fiscali quanto recato, con i necessari adeguamenti, dalla legge n. 42 del 2009 in materia di federalismo fiscale con la quale si introduce la necessità di finalizzare le risorse dei livelli territoriali sulla base di criteri oggettivi e ai fini di un uso efficiente delle risorse medesime

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Il cronoprogramma delle riforme

I primi provvedimenti necessari per avviare i processi di riforma e i progetti del Recovery Plan sono calendarizzati già per il mese di maggio. 

Si tratta in primis del decreto Semplificazioni, chiamato a snellire gli iter previsti per diverse opere pubbliche, in particolare per quanto riguarda i  comparti energia e edilizia, soprattutto per la partita superbonus. Nel decreto dovrebbero infatti confluire: 

  • la semplificazione dei contratti pubblici;
  • un decreto Semplificazioni in materia ambientale. La presentazione della legge delega in materia  prevista entro il 2021;
  • un decreto legge in materia di edilizia, urbanistica e rigenerazione urbana.

Entro luglio 2021 dovrebbe essere presentata alle Camere la legge sulla concorrenza 2021, che dovrebbe puntare il riflettore sulle reti di telecomunicazione nelle aree prive di copertura, sulle concessioni per la gestione dei porti e sulla conformità dei prodotti. Sempre entro l'estate dovrebbe vedere la luce la riforma del Fisco. 

Prevista entro fine settembre la presentazione in Parlamento del disegno di legge in materia di incentivi alle imprese, con focus sulla semplificazione degli investimenti nel Mezzogiorno.

Tra il 2021 e il 2022 sarà la volta della riforma della giustizia. Ancora non calendarizzate le leggi annuali sulla concorrenza post 2021, la riforma degli ammortizzatori sociali, le semplificazioni per gli impianti rinnovabili onshore e offshore, le misure di sostegno all’idrogeno, il potenziamento del Fondo nazionale efficienza energetica, la riforma degli ITS e delle ZES.